Declino del modello emiliano di pianificazione
Il ‘modello emiliano’
Nella seconda metà del XX° l’Emilia Romagna è stata un laboratorio di prima grandezza nel campo del rapporto tra pianificazione territoriale e programmazione economica.
Usiamo ancora quei termini (piano e programma) di antica reminescenza del ‘socialismo in un paese solo’, perché sono stati e sono tuttora le facce della medaglia della governance, che comunque anche oggi incombono nelle politiche di governo di ogni Istituzione Pubblica, soprattutto di quella Regionale. Quella medaglia è stata poi definita ‘modello emiliano’.
Quel modello è stato per quasi tutto questo secondo dopoguerra un riferimento per studiosi, urbanisti, economisti, altre regioni, governi, partiti, pubblici amministratori, anche di avverse fonti politiche. Da cosa era contraddistinto? Da una gestione virtuosa del binomio capitale-lavoro per un verso, e per altro verso dal binomio cittadino-Istituzione.