L’Archivio Osvaldo Piacentini ha recuperato e pubblicato l’omelia integrale del Vescovo Baroni della messa Crismale del 1978

L’archivio Osvaldo Piacentini ha recuperato, nei materiali oggi custoditi presso l’archivio comunale in via Mazzacurati, l’omelia integrale dell’allora Vescovo Baroni in occasione dell’ordinazione diaconale.

Il testo è di estrema importanza, Gilberto Baroni stesso invitava ad una lettura meditata di tale omelia perché in essa vi era racchiusa la visione pastorale della Chiesa reggiana in cui si inseriva tale evento.

La visione di Chiesa che ne emerge è quella di una “Chiesa tutta ministeriale” dove il ruolo dei cristiani, in qualsiasi condizione essi siano, è promosso quale espressione generosa dei carismi dello Spirito Santo che sceglie chi vuole per annunciare il Vangelo.  Ove il ruolo del vescovo è quello di consacrare tali carismi in ascolto attento di ciò che lo Spirito dice oggi alle nostre Chiese, confortato dal consenso delle comunità cristiane, dei sacerdoti, religiosi, laici e popolo di Dio.

Il vescovo promuoveva, nella sua lettera pastorale, una visione di Chiesa territoriale, suddivisa in Comunità Ecclesiali di Base di quartiere di ambiente, che potessero raccogliere tutti i cristiani di quel quartiere, animate dai diaconi e costituite su basi territoriali e di prossimità e non per affinità spirituali, sociali o ideali.

Rispetto a questo Mons. Baroni pur riconoscendo il valore che i movimenti possono avere nella formazione di una mentalità cristiana adulta, proponeva qualcosa di molto diverso: vere e proprie comunità cristiane, che abbiano una dimensione tale, da permettere la conoscenza e la stima reciproca, un servizio concreto della carità verso i bisognosi e gli ammalati.  Comunità però non autocentrate ma che confluissero nella dimensione parrocchiale, sovra parrocchiale e diocesana in unità con il vescovo. 

Tali comunità di base, animate dai diaconi si sarebbero dovute occupare di tutte le funzioni di base della pastorale, dalla catechesi dei bambini alla formazione dei fidanzati, in una logica di vicinanza, prossimità e testimonianza prima ancora che della predicazione dando al diacono il compito di generare e valorizzare i diversi carismi ivi presenti senza accentrare le azioni su di sé.

In questo senso il vescovo esortava i diaconi a sentirsi espropriati della loro vita, non più padroni di loro stessi perché chiamati a servire nel territorio, nella prossimità, con una vita che potesse annunciare il vangelo anche senza le parole (come direbbe oggi papa Francesco).

Il vescovo invitava particolarmente i nuovi diaconi a “sentirsi a proprio agio con i poveri” e a “far sì che i poveri si sentissero a loro agio con loro” in un annuncio “di tutto il vangelo – senza riduzioni – a tutti gli uomini – senza esclusioni”.

Ancora nella sua pastorale il vescovo invitava i presbiteri all’accoglienza di questi nuovi ministri senza temere di “avere posizioni da difendere” in quanto con la moltiplicazione da lui auspicata dei ministeri ordinati e laicali nella comunità, il servizio del sacerdote quale ministro di Comunione e Unità diventava ancora più importante.

L’omelia, si può scaricare qui e  rappresenta uno spaccato di storia della chiesa che, con il ministero di Papa Francesco, si rende sempre più attuale.

Le foto:

Diac.Ordinaz. ’78: presa dal sito La Libertà mostra dall’alto un momento dell’ordinazione diaconale.

’79 Luciano Forte: Mostra il vescovo Baroni, l’anno seguente con Piacentini e don Alberto Altana, promotore del diaconato in Italia, durante l’ordinazione diaconale di Luciano Forte.

’78 Piacentini: Osvaldo Piacentini con la moglie Liliana e gli amici Giampaolo Cigarini, Lorenzo Tagliaferri e Oreste Ferrari con le loro consorti durante il rito di ordinazione.